venerdì 27 aprile 2007

Un film di storie.


Aspettando il Sole é un film di storie, di cose che di solito non succedono, e che succedono tutte insieme. Di cose strane, di cose rare, di situazioni insolite. E' una collezione di cose che non si fanno, o che per lo meno non si fanno così. Oppure, "di solito", è meglio non fare.

E' un film di persone che sono ciò che fanno. E non necessariamente un film di persone vere. E' un film slegato dalla Storia, quella con la esse maiuscola. E la sua storia è a se stante. E' come una partita a scacchi: non pretende di essere reale. Cerca solo di rappresentare l'idea originale. Così come gli scacchi rappresentano una battaglia, così Aspettando il Sole rappresenta la vita, o per lo meno un insieme di vite, che non hanno mai la pretesa di essere vere, o reali, ma sempre verosimili, plausibili. E quindi, libere dal dover essere reali, queste vite possono essere sbagliate, imprecise, fuori fuoco, rare, preziose.

E' un film di storie che nascono da immagini. Anzi, di storie che stanno dietro ad immagini, come ad esempio una vettura particolare, parcheggiata una notte, davanti ad una saracinesca. A chi apparterrà? Quale sarà la storia che sta dietro? Perché è li? E quel colore, chi lo avrà scelto?

Mise en bouche.



la "Mise en bouche" nei ristoranti chic è quel piatto che ti servono senza averlo ordinato, prima di ciò che hai ordinato. una specie di omaggio della casa (come dicono nei ristoranti meno chic), o dello chef. Durante le sedute di lettura della sceneggiatura, in questi giorni, la "mise en bouche" invece è diventato il modo per chiamare l'adattamento del testo alle parole, ai modi, alle voci degli interpreti. Le prime sedute, con Giuseppe Cederna e Michele Venitucci (la foto non è delle migliori, provvederemo a rifarla nella prossima seduta di prove, ci scusiamo) si sono rivelate estremamente fertili, apportando suggerimenti, tic, pensieri, accenti, dialetti, cadenze. Giocando, Il regista e gli interpreti, senza regole, cercando l'improvvisazione, hanno analizzato i caratteri in campo, cercando di rendere sempre più vivo, parlato, reale, fluido ciò che accade. E le pagine si sono riempite di appunti, di idee. La sceneggiatura sembra già (e son passati solo alcuni giorni) un diario di bordo, con suggerimenti, immagini, foto appiccicate, biglietti aerei, segnalibri, post-it di tutti i colori a seconda dell'importanza della modifica (salvo poi puntualmente non ricordarsi se il giallo sia o meno più importante del rosa o del blu) vissuti, appuntati sopra. L'avventura prosegue. Il cast si arricchisce. E le ore di sonno diminuiscono.

giovedì 26 aprile 2007

Undici anni dopo.





Nel 1996, Ago Panini e Giuseppe Cederna realizzarono il cortometraggio "Scorpioni". Il corto fu un succeso, vinse diversi premi (tra cui i prestigiosi Excelsior e Nastro d'argento) e venne presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, prima di Ritratto di signora, di Jane Champion, e venne accolto con un caloroso applauso. Ed ebbe l'onore di uscire in sala, in apertura di una serie di film. Molti appassionati del genere ancora se lo ricordano.

Undici anni (e diversi film, spettacoli, viaggi, documentari e libri) dopo, Giuseppe Cederna è di nuovo coinvolto in un progetto di Ago Panini.

Ecco una foto sul set di Scorpioni, dove si vedono, da sinista a destra Matteo de Martini (all'epoca, assistente operatore, oggi direttore della fotografia), Alessandro Bolzoni (all'epoca, e oggi, uno dei più importanti direttori della fotografia italiani), Luca Lucini (all'epoca produttore, oggi regista di film di successo come "Tre metri sopra il cielo"), e Ago Panini. Scorpioni fu l'inizio della carriera di Ago Panini, che nell'autunno successivo debuttò ufficialmente nella regia pubblicitaria, con FilmMaster.

Le prove continuano, e la preparazione prosegue.

Nel mentre, Mauro Calevi, organizzatore generale di Aspettando il Sole, si è tagliato i capelli alla marine (probabilmente) per prapararsi nel migliore dei modi ad una produzione low budget (confronta questa foto con quella pubblicata nel post "La squadra al lavoro", del 23 aprile).

martedì 24 aprile 2007

Attori!


Un cast da "manuale d'amore", così viene definito negli uffici di produzione, il cast di Aspettando il Sole. Un cast di stelle italiane che hanno deciso di affrontare l'avventura della produzione indipendente, fuori dagli schemi, "povera" ma libera, in cui gli attori potranno esprimersi al di fuori delle regole, per dar vita ad un film leggero e dinamico, rapido, divertente, drammatico, duro, ironico.
I contratti sono alla firma, le prove incominciano. Da lunedì i visi e le foto dei personaggi.

Nel mentre si girano in super otto "frattaglie" per insaporire l'attesa.

lunedì 23 aprile 2007

La squadra al lavoro.



Roma, lunedì 23 aprile. ore 10.30

Prima seduta operativa della squadra di lavoro di Aspettando il Sole.
Da sinistra a destra.
1. Ivana Kastratovic (direttore di produzione)
2. Umberto Riccioni Carteny (primo assistente alla regia)
3. Paolo Caimi (direttore della fotografia)
4. Ago Panini (regista)
5. Luca Merlini (scenografo)
6. Cecilia Mazzà (produttore)
7. Mauro Calevi (organizzatore generale)

Assenti giustificati: Alexia Gamba (ha partorito quindici giorni fa): produttore esecutivo. Roberto Chiocchi (è in vacanza a Cuba per il suo compleanno): costumi. Eugenio Rigacci (ha perso il treno da Firenze): secondo assistente alla regia.

Poco dopo i primi sopralluoghi operativi.
A causa del caldo compaiono le prime calzature (quasi estive)
da sinistra Luca merlini (Birkenstock e calza viola) , Umberto Riccioni Carteny (Birkenstock senza calze), Ivana Kastratovic (Birkenstock in plastica colorata). La location viene approvata dall'equipe creativa. A breve i primi bozzetti di Luca Merlini.
L'avventura prosegue.

domenica 22 aprile 2007

Un film d'amore




"E' un film innamorato dell'umanità spezzata". Così il regista Ago Panini definisce Aspettando il Sole. La ricerca di riferimenti visivi ha condotto il gruppo creativo ad evidenziare una strada comune che parte dai dipinti di Hopper e arriva alle foto di Parr, passando per Shore e Wenders, alla ricerca di un costante non definito, soffuso modo di vedere le cose, gli ambienti, adatto ad incorniciare i personaggi, tutti in qualche modo sbagliati e tutti incapaci di essere normali (o per lo meno "nella media").