giovedì 19 febbraio 2009

Recensioni.


Il film è stato visto dai giornalisti di settore (sia cartaceo sia internet) prima della conferenza stampa di venerdì tredici passato. Quindi alle già interessanti critiche uscite dopo la partecipazione al festival di Roma (e ai vari servizi tv andati già in onda - la7, sky, Rai3, italia1, rete4-), alle pagine dei giornali (il Manifesto ve lo abbiamo già riportato, qui pubblichiamo la pagina di Repubblica cultura Torino, e poi il Giornale, Libero, il Tempo, il Mattino, la gazzetta del mezzogiorno, e durante il festival, il Corriere e molto altro) ecco una selezione delle cose uscite questa settimana.

Ora aspettiamo le opinioni del pubblico. Ci si vede in sala.
(Tra l'altro il cast passerà al cinema quattro fontane di Roma la sera di venerdì).

ASPETTANDO IL SOLE – ESTRATTI DA RECENSIONI

Aspettando il sole è una commedia morale, o perlomeno si avvicina molto a tale descrizione, che non può non riportare alla mente le evoluzioni corali di cui furono capaci alcuni dei nostri cineasti più ispirati, Risi e Scola. Al di là delle sequenze più divertenti – in Aspettando il sole si ride, e quasi mai nella maniera più ovvia – e delle digressioni smaccatamente surreali e grottesche, si respira un sottofondo di angoscia, una sottile soffocante nebbia che copre tutto e lo rende ovattato. Così i personaggi di Aspettando il sole diventano fantasmi di un mondo che sembra disperso nel nulla, e che non è altro che il nostro paese, hotel a ore scricchiolante e vagamente squallido, ma che ancora non ha perso speranza nella purezza, ma pare già attratto da sirene equivoche (l'ossessionante televendita che funge da ideale fil rouge).

Raffaele Meale (www.cineclandestino.it)
__

Arriva finalmente in sala Aspettando il Sole, interessantissima opera prima di Ago Panini. Cupa, noir, surreale, grottesca, paradossale ed interpretata da un cast invidiabile, la pellicola rappresenta perfettamente quella piccola parte di Cinema Italiano che si è stufato di “aspettare”, arrivando finalmente ad osare. Ago Panini dimostra come anche in Italia si possano fare film che finalmente escono dall’etichetta, quasi dispregiativa, “film italiano”.
Una chicca da non perdere.

(www.cineblog.it)
__

Aspettando il sole richiama l'originalità e l'inventiva, in un momento cruciale del nostro cinema in cui si parla di prodotto invece che di opera intellettuale, di "Cinema italiano" invece che di "Cinema", come fosse un'etichetta a parte. Ago Panini azzarda un'uscita particolare, di sicuro impatto se si considera il cast coinvolto. Lo stile registico è spietato e creativo, soprattutto quando in pochi secondi cerca di descrivere con ironia un dato evento (eccezionale la partita a scacchi) senza dimenticare il filo conduttore che tiene unite le diverse microstorie. Per essere solo all'inizio, Parini sorprende. E anche molto.

Vito Sugameli (www.everyeye.it)

__

Aspettando il sole, il primo lungometraggio di Ago Panini, è una interessante prova di quello che il cinema italiano può fare e dei territori che può esplorare sia a livello di sceneggiatura sia, e soprattutto, di regia. Aspettando il sole "non aspetta" e scorre veloce, intrecciando personaggi, luoghi, tempi, realtà, immaginazione, immagini, spazi, ricordi, voci e registri narrativi. Panini finalmente sperimenta, e lo fa con scelte opportune e intelligenti. Nel cast spicca Giuseppe Cederna nel ruolo di Santino, davvero bravissimo, ma un plauso a tutti gli altri attori, che danno prova di credere davvero in un progetto nuovo, lontano dal panorama cinematografico italiano.

Angelica Tosoni (www.spaziofilm.it)

__


Aspettando il sole è sicuramente una pellicola diversa dal solito, un mix tra noir e thriller, tra film e videoclip al cui regista va sicuramente il merito di aver saputo trasformare un progetto low low budget in una pellicola piena di senso compiuto.

(www.dgmag.it)

__

Avvalendosi di un cast davvero valido, Panini realizza una commedia virata di scuro tanto distante dal cosiddetto “genere italiano” quanto vicina al “genere Tarantino” perché fraziona, rimaneggia e rimastica con lucidità e un giusto mix di comicità, dramma e noir, un insieme di storie brevi tutte perfettamente incastrate tra loro. Trovando la complicità dello spettatore, riesce ad avvincerlo e a sorprenderlo.

Emanuela Mei (www.agenziaradicale.com)

__

Un bell'esordio. A vedere tutti gli interpreti di «Aspettando il sole» di Ago Panini sappiamo di trovarci di fronte a uno di quei rari casi in cui si mettono in bella mostra i nostri migliori interpreti.
Il film contiene piccole rivoluzioni per come è stato girato e prodotto. Forse non si può neanche inserire nel genere cinema italiano, che è un genere a sé, ma si tratta di un piccolo film di genere innamorato dei generi.

Silvana Silvestri (Il Manifesto del 14/02/2009)


__


Va dato atto a Panini di aver scritto e diretto un film che si differenzia nettamente da quel mainstream italiano autorial-popolar-borghese che ci siamo spesso trovati a criticare.

Federico Gironi (www.comingsoon.it)

__

Aspettando il sole, primo lungometraggio di Ago Panini, è un’opera che si pone nei confronti del cinema con rispetto (niente movimenti di macchina improbabili, scavalcamenti o recitazioni forzate) a cui si affianca un desiderio di novità: le scelte non banali sono tante, non tutte riuscite, ma il risultato generale è spesso felice. Una scrittura di buon ritmo con una caratterizzazione dei personaggi aderente alla realtà.
Racconta, non giudica, diverte.

(www.cinemadelsilenzio.it)
___


Esterno sera: due fari accesi di una macchina illuminano una strada; sul sottofondo le note del 'Notturno' di Chopin. Si apre così "Aspettando il sole", il delizioso esordio alla regia di Ago Panini. La storia, scritta dallo stesso regista assieme a Enrico Remmert e Gero Giglio, è ambientata in un posto sperduto dell'Italia, in una notte apparentemente uguale alle altre, durante la quale le vite di quindici persone s'incontrano per caso (o per destino?!) all'hotel Bellevue, metaforicamente 'rifugio ai confini del mondo'. Ciliegine sulla torta la straordinaria prova di Giuseppe Cederna, perfettamente calato nei panni del portiere Santino, e la scelta stilistica di Panini che dona elasticità e dinamismo a tutte le vicende.

Silvia Marinucci (www.35mm.it)

__

Alcune situazioni sono ben tratteggiate, colorite e grottesche come nei migliori film dei fratelli Cohen, con dialoghi incalzanti, divertenti e assurdi alla maniera del più godibile Tarantino. Possiamo dire che di sei storie soltanto tre valgono davvero la pena di essere viste. Ma indubbiamente in quelle tre c'è quello humor grottesco di ottima qualità capace di comunicare con immediatezza e lucidità nevrosi e solitudini del nostro tempo.

Cecilia Spaziani (www.filmfilm.it)

__

Esordio in grande stile per Ago Panini, un passato di spot e videoclip, il quale al primo lungometraggio cinematografico si ritrova a lavorare sul set con un vero e proprio parterre de roi.
Ago Panini sceglie un registro che mescola i generi, infrangendo con buona fermezza i cliché estetici e narrativi del cinema italiano, ammiccando qua al pulp, là alla commedia nera, e tenendosi lontano, scelta condivisibile, dal calderone dei film a episodi.

Diego Pierini (www.loudvision.it)

__


E’ molto raro nel panorama italiano vedere film tecnicamente ben realizzati, diretti e recitati come questo "Aspettando il sole" di Ago Panini.

Mauro Corso (http://filmup.leonardo.it/aspettandoilsole.htm)

___

Aspettando il sole è un film corale, girato come se ne vedono pochi dalle nostre parti, che ci racconta in modo grottesco e ai limiti del surreale di tante piccole storie che si sfiorano nella provincia italiana dei primi anni '80. Seguendo una traccia dal sapore vagamente altmaniano, la sceneggiatura incrocia le storie surreali che si svolgono nel corso di una sola notte nelle stanze dell'hotel Bellevue, un posto qualsiasi sperduto nella provincia italiana. Lo stile, la regia, la fotografia, l'ambientazione. Tutto rimanda ad un modo di fare cinema che in Italia è poco praticato.

Pietro Salvatori (www.movieplayer.it)

___



Ago Panini sceglie l’hotel come microcosmo in cui far muovere i suoi personaggi, mixando le loro sensazioni, le voci, le urla e i pianti a rappresentare una sorta di composizione musicale. La telecamera si sposta dunque da una stanza all’altra, dalla reception ai corridoi mettendo a nudo i protagonisti (perdenti nella vita) con le loro debolezze e i loro errori, fino al catastrofico finale.
Si parlerà ancora molto dell’opera prima di Ago Panini, sia per la peculiarità della limitazione spazio-temporale della sua storia sia per essere riuscito a coinvolgere tanti grandi nomi del cinema italiano.

Ilaria Capacci (www.ecodelcinema.com)

___

In questo primo lungometraggio, Panini fa accadere di tutto e di più. E non serve poi molto. Bastano un hotel, poche camere e quindici personaggi. La danza è aperta da tre teppisti che aspettano l'alba in un'albergo, ma non sono soli, perchè subito la loro vita si intreccia alle altre vite chiuse in quelle stanze d'albergo. Le pareti si annullano, le voci, le urla si fondono in un'unico coro di anime. Panini muove le telecamere da un posto all'altro dell'albergo, in realtà le muove attraverso ogni personaggio, affinchè debolezze ed errori diventino sempre più evidenti.
Un lavoro interessante, con un cast che tutto sommato è una sorpresa perchè molti degli attori si cimentano in ruoli a loro non usuali e soprattutto non stereotipati.
Un film onesto, pulito anche quando le storie sono torbide, e soprattutto una chiamata a raccolta per molti dei nostri migliori attori.

(www.alcinema.org)
___

Di speciale, o perlomeno di inconsueto, il film ha soprattutto il numero degli interpreti: quindici, accreditati in ordine rigorosamente alfabetico. Tutti “ospiti” per una notte dell’Hotel Bellevue, cadente albergo di periferia, in un posto qualunque dell’Italia dell’82. C’è chi svolge il proprio lavoro di concierge (Giuseppe Cederna, premiato come miglior attore ad Annecy) e chi sta girando un porno; chi si nasconde dopo una rapina, e chi soffre – e medita vendetta – per amore; chi si cimenta in incontri erotici fatali, e chi nasconde chissà quali segreti. E così via, in un mosaico di storie che non s’intrecciano (quasi) mai. Degli attori coinvolti, i migliori sono l’infallibile Bebo Storti, disilluso regista hard che disquisisce d’amore e cinema, e il sorprendente Gabriel Garko, che per una volta evade dalla “routine” di sex-symbol televisivo per dare corpo e voce (con tanto di zeppola) ad un delinquente teneramente disadattato.
Gabriele Barbaro (www.cineuropa.org)
___


Freak, giovani bordeline, rapitori di mezza tacca, amanti traditrici, attrici porno dal volto imbambolato. Questi i personaggi tutti italiani raccontati da Ago Panini in «Aspettando il sole», il film prodotto da laCasa e Mikado Film e presentato al Festival di Roma. Tante figure diverse tra loro si incastrano, con le loro patologiche esistenze, in un hotel fuori mano, ai confini del mondo, in un posto qualsiasi dell'Italia del 1982.

(http://iltempo.ilsole24ore.com)

__

'Coraggioso' perché si possono contare davvero sulle dita di una mano (forse con una o due amputazioni) i registi che rischiano nel portare sullo schermo una vicenda non lineare con un cast di attori affermati in generi diversi e con l'intenzione di proporre un modo di fare cinema originale.
Se Panini avesse cercato la strada più comoda avrebbe optato per il film a episodi tenendo fermo il 'contenitore' hotel. Non lo fa e realizza un film che non definiremo altmaniano perché il termine viene ormai usato a proposito (ma più spesso a sproposito) per qualsiasi film che abbia più di tre storie che si intrecciano.
Certo è che Panini è un regista che va tenuto d'occhio.

G.Zappoli (http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=55370)

mercoledì 18 febbraio 2009

Le Sale!

Ecco l'elenco completo dele sale in cui Aspettando il Sole uscirà nel primo weekend.

Coprono più o meno tutto il territorio.

E se il film avrà una buona media sala potrebbero aumentare il weekend successivo.

Ci siamo, ora il film è davvero finito, e inizia la sua vita indipendente. Ora, davvero, il film è di tutti, e chi lo vedrà potrà amarlo, odiarlo, sognarlo, imitarlo, distruggerlo. La speranza, è che come per noi che lo abbiamo fatto, e amato, passo per passo, possa essere importante, anche per voi.


CITTA’ PRINCIPALI
Roma: Quattro Fontane, Eurcine + Fiumicino UGC Parco Leonardo
Milano: Colosseo + UCI Bicocca
Torino: Nazionale
Genova: City
Bologna: Odeon
Padova: Cinecity (Limena)
Firenze: Flora
Ancona: Mr Oz
Napoli: Multisala delle palme
Catania: Excelsior + San Giovanni La Punta (Ct) Cinestar
Palermo: Igiea Lido

PROVINCIA
NORD:
Borgo San Dalmazzo (Cuneo): Cinelandia
Novara: Araldo
Albenga: Ambra
Tortona: Oasi
Bergamo: Del Borgo
Cortenuova (Bergamo): Starplex
Curtatone (Mantova): Starplex
Legnano: Ratti
Mantova: Del Carbone
Torreano di Martignacco (Udine): Cineplex
Trieste: Fellini

CENTRO:
Ascoli Piceno: Piceno
Lanciano (Chieti): Ciakcity
Macerata: Italia
Pesaro: Loreto
Pescara: Sant'Andrea
Senigallia: Gabbiano
Aprilia: Village
Foligno: Politeama
Latina: Oxer
Perugia: Turrenetta

SUD:
Foggia: Falso Movimento
Lecce: Santa Lucia
Messina: Iris
Reggio Calabria: Aurora
Trapani: King/Royal - ancora da definire
Cosenza: Garden
Marcianise (Napoli): Big
Salerno: Teatro delle Arti

domenica 15 febbraio 2009

La critica del "Manifesto".


Venerdì 13 c'è stata a Roma la conferenza stampa di presentazione di Aspettando il Sole, in uscita (finalmente) nelle sale italiane il venti di febbraio (venerdì prossimo).
Molti sono stati gli articoli di giornale, gli articoli internet e i segtrvizi tv che hanno raccontato l'evento e parlato (tutti positivamente) del film.
Però una critica ci ha colpito particolarmente: quella di Silvana Silvestri, critica da sempre molto apprezzata, da noi del team, del Manifesto.
La riportiamo (davvero emozionati) per intero:

APERTURA | di Silvana Silvestri
ANTEPRIME
Un esordio innamorato dei generi e dei suoi attori
«Aspettando il sole» di Ago Panini
Un bell'esordio. A vedere tutti gli interpreti di «Aspettando il sole» di Ago Panini (esce il 20 per Mikado) sappiamo di trovarci di fronte a uno di quei rari casi in cui si mettono in bella mostra i nostri migliori interpreti. Ce ne sono tanti, come in un catalogo da sfogliare, come in un album delle figurine, l'album del 1982, data in cui è ambientato il film, tutto girato in un hotel da strada statale, nelle cui stanze succedono fatti imprevedibili. Uno dopo l'altro entrano in scena Claudio Santamaria, Michele Venitucci (Alessandro Tiberi lo lasciano fuori a controllare la macchina) sfrontati di fronte a un ligio portiere di notte, Giuseppe Cederna e poi Raul Bova e Bebo Storti con Vanessa Incontrada, Corrado Fortuna e Sergio Albelli, Rolando Ravello, Claudia Gerini in desabillé, Gabriel Garko e Raiz ex Almamegretta. Nelle stanze dopo un po' ci accorgiamo che stiamo assistendo non a cronache notturne, ma alla decomposizione di qualcosa di cui possediamo il modello, i film di riferimento e insieme al disfacimento di una società. Come in un gioco di specchi nelle stanze la tv accesa manda inascoltati programmi che in qualche modo si riferiscono a quello che sta accadendo (e non sempre si tratta di situazioni edificanti): film di genere, come di genere sono le storie che stanno vivendo i protagonisti: il gangster, il porno, il sadomaso, il drammone sentimentale, intrecciati in un unico sapore di rovina generale, con un umorismo alla Max Bunker (o meglio alla Ago Panini che ha scritto la storia, con Remmert e Giglio). Quei personaggi che vediamo siamo tutti noi negli anni ottanta, quando stavamo per essere travolti da una imponderabile calamità epocale, conniventi. Dal tempo delle televendite a quello in cui tutto è stato messo in vendita: quei personaggi sono un catalogo di caratteri rigidi, perversi, incapaci, violenti, e insieme alludono a film di un grande passato poi completamente disfatto (dove Ravello gioca un pauroso contrappasso di Umberto D, Bebo Storti evoca la virata di Tinto Brass, Raul Bova in una impressionante interpretazione rifà Anna Magnani alla Cocteau, Santamaria potrebbe essere il Marlon Brando selvaggio decaduto e Cederna il portiere di notte nazista nell'intimo). Chiediamo ad Ago Panini se questa lettura politica del film come salto nel buio fa parte della sua idea originaria del film: «Il 1982, dice, è un anno strano, in cui ci si poteva perdere, dove non c'erano telefonini né internet, potevi non connetterti. É un punto di non ritorno, iniziava la tv commerciale, in più era l'anno dei mondiali. In senso politico il film potrebbe significare: aspettiamo il risveglio. Contiene piccole rivoluzioni per come è stato girato e prodotto. Forse non si può neanche inserire nel genere «cinema italiano», che è un genere a sé, ma si tratta di un piccolo film di genere innamorato dei generi». Panini che per guadagnarsi la vita ha lavorato a lungo («e senza vergognarmene») nella pubblicità vera, dalla Fiat alla Coca Cola, produce con Mikado, anche se ci sono voluti quasi dieci anni per portare a termine il progetto, ha ottimizzato scientificamente il lavoro in trenta giorni di girato in set separati. Gli interpreti sono stati messi di fronte a personaggi diversi dai loro soliti ruoli: «L'idea, dice Panini, era quella di fare un film corale. Io sono appassionato degli interpreti che hanno ruoli diversi, come Jack Lemmon in Missing. Nessuno crederà a una storia dove Raoul Bova viene abbandonato, mi dicevano, o Gabriel Garko è un debole o Vanessa Incontrada una porno star: Il difetto del cinema italiano è che ci sono pochi personaggi. Il film vuole esprimere una umanità spezzata che sta ai margini delle statistiche».
A ognuno sono toccati quattro giorni di riprese (un po' di più per le scene girate nella hall) e tutti hanno dovuto mettere mano ai loro soliti ruoli (tranne Ravello, crediamo, che è comunque e dovunque immerso in atmosfere agghiaccianti). «Nel film sono quello che non vorrei essere, dice Santamaria, un grezzo, uno che vorrebbe essere più di quello che è. Mi ricordo di averne incontrati, quando si passava tanto tempo per strada, di quelli che si credevano di essere chissà chi. Abbiamo fatto prove molto interessanti per sviluppare i personaggi». E questo è stato un elemento apprezzato anche da Gabriel Garko, prima scettico di fronte a un esordio a basso costo, poi affascinato dalla rara possibilità di poter lavorare sul suo personaggio fino a trasformarlo. E sorpreso come Albelli dall'atmosfera creata nella stanza del porno, dove un cinico punto di vista sull'ambiente diventa a un tratto lieve e poetico (e Bebo Storti è un grande metteur en scène). Massimo De Lorenzo, imbonitore della prima ora, sembra un pezzo di repertorio da tv commerciale, poi interagisce e ci accorgiamo che siamo ormai imprigionati all'epoca di Michele il Magnifico.


Non appena avremo i nomi esatti delle sale in cui Aspettando il Sole uscirà le comunicheremo.
Ma già giungono, attraverso la mail info@aspettandoilsole.it, notizie di pullman organizzati per raggiungere i cinema più vicini ai centri in cui il film non riuscirà ad essere, mentre il gioco interettivo Re-Movie presente sul sito www.aspettandoilsole.it, ha trovato grande eco sulla stampa ed è frequentatissimo.

Manca, poco, davvero.

sabato 7 febbraio 2009

Un film Interattivo!


In occasione dell'uscita in sala di Aspettando il Sole, il venti febbraio in tutta Italia, il sito ufficiale, www.aspettandoilsole.it ospita una divertente iniziativa/gioco: si chiama re-Movie, e consente, di "rimontare" il film (in realtà parti di esso, le scene principali, alcune delle battute più divertenti o importanti), secondo il proprio gusto e legica. Una volta terminato il montaggio è possibile visualizzarlo immediatamente ed inviarlo alla redazione del sito. Se il montaggio "corrisponde" a quello vero, si vincono biglietti per le proiezioni.

L'idea prende il via dal concetto di mantere il film "aperto" e remixabile nel tempo. In futuro infatti (dopo l'uscita) il sito ospiterà interi ciak non tagliati, scaricabili, in modo che chiunque possa poi a casa (con semplici softwares come iMovie, Premiere o altro) rimontarsi la scena, le scene, come meglio crede. I risultati più interesanti (proprio come i remix di un pezzo) verranno pubblicati sul sito e inseriti nel dvd ufficiale.

Buon divertimento, in attesa di vedervi in sala, da venerdì venti febbraio in poi.

P.S. Intanto il film prosegue la sua strada nei festival (che non si è ancora fermata da Annency in poi) e si avvia alla "conquista dell'america" con il SanFrancisco indipendent film Festival, Los Angeles e altre città in via di definizione.

giovedì 8 gennaio 2009

Venti febbraio.


Ci siamo. Aspettando il Sole uscirà nelle sale italiane venerdì venti febbraio.

Inutile dire che arrivare a questa data è stato per tutti noi del team produttivo (e distributivo, oggi) di Aspettando il Sole un percorso che definire ad ostacoli (interni e esterni) non può che essere riduttivo.
Ma questa è la strada del cinema indipendente, e soprattutto lo è in Italia, un paese che da sempre ha paura di qualsiasi cosa sia fuori dagli schemi (sia per l'argomento trattato, sia per il "metodo produttivo", sia per l'altissimo tasso di professionalità -dal cast in poi- messo in campo in maniera non convenzionale, innovativa, appassionata, forte, entusiasta e, vivaddìo, inarrestabile).

Questo blog ha sempre comunicato senza veli, ciò che accadeva attorno e all'interno di Aspettando il Sole, dalla sua genesi alla sala. Ora alla sala (quasi, la precisazione, vista la gestione del cinema italiano, è d'obbligo) ci siamo. E sulla sala siamo tutti concentrati.

A cose fatte questo blog ospiterà un dibattito su come cercare di fare cinema in maniera nuova, moderna, creativa e indipendente e fornirà a chiunque possa essere interessato una serie di "istruzioni per l'uso" (derivanti da questo estenuante, angosciante, folle, esaltante anno (il film è stato completato nel febbraio 2008) in balia del "cinema italiano" e di chi lo gestisce), utili per chiunque volesse intraprendere un percorso analogo al nostro.

Crediamo fermamente che l'Italia meriti (al di la di favolosi exploit come Gomorra, il Divo, non punte di un iceberg ma solitarie stelle) un cinema migliore, più bello, interessante, sincero. L'Italia non merita il "cinema italiano". Merita (e può produrre) CINEMA.

lunedì 27 ottobre 2008

Red Carpet, nuovi festival e un chiarimento.

Ecco i primi scatti (di Alberto Novelli), e i primi servizi TV (con un interessante dichiarazione di alcuni attori sulla "pacifica occupazione del festival" da parte del movimento degli studenti) dal Red Carpet di Aspettando il Sole.
























Ci pare giusto a questo punto aggiungere qualche riga relativamente all'uscita in sala, in Italia... Beh, questo è ancora un discorso ahinoi aperto.

Voi affezionati lettori che avete seguito sempre con pazienza e attenzione questo blog sapete quanta cura e attenzione è stata messa in questo progetto. Purtroppo inevitabilmente, ad un certo punto, finito il lavoro creativo (la vera e propria realizzazione del film, dalla sceneggiatura alla stampa definitiva della prima copia) il materiale passa in mano a ”tecnici” che dovrebbero occuparsi con altrettanto amore e attenzione del lavoro creativo per promuoverlo al meglio. A volte però (i casi sono numerosissimi, soprattutto in Italia) questo per vari motivi non succede (o non succede a dovere: Aspettando il Sole è un “figlio speciale" per tutti quelli che ci hanno lavorato, dai produttori in giù, e come tale, tutti vogliono per esso il meglio, quindi una buona data di uscita, e non un “parcheggio” fuori stagione, una buona promozione e non un “lancio” qualsiasi e, soprattutto, la fiducia che occorre in un progetto certamente diverso dagli “standard”: Ma chi ha davvero ancora voglia di “standard”?).

Ecco quindi che chi ha fatto tutto il lavoro creativo debba reinventarsi anche promotore e sostenitore di se stesso. È quello che il team di Aspettando il Sole si è trovato a dover fare (più o meno all’improvviso) durante l’estate. Senza perdersi d’animo ci si è messi sotto, con inventiva, entusiasmo, energia e i primi risultati non hanno tardato a presentarsi (il bel premio a Giuseppe Cederna come miglior interprete maschile ad Annecy, la richiesta di partecipazione ad altri festival, tra cui il prestigioso film festival indiano di Goa) prendendo forma nella meravigliosa risposta di pubblico e critica alla partecipazione come evento speciale in collaborazione con Persol, al Festival del cinema di Roma, con risultati sorprendenti. Il film (preceduto dalla mostra di foto al cinema Farnese in Campo dei Fiorni che ha fatto registrare un buon numero di visitatori) è stato letteralmente abbracciato, in mattinata durante l'incontro condotto da Claudio Masenza, dagli studenti (molti dei quali non lo hanno più mollato, seguendolo sino a notte fonda, alla chiusura dell'After Party), poi dalle tv e dalla stampa, e infine da un numero impressioannte di spettatori (milletrecentottanta in sala e ottocento purtroppo rimasti fuori), a dimostrazione che in Italia, anche ciò che è "diverso", non è "standard", magari è anche "difficile", ma certamente cerca di stabilire un percorso nuovo, sia esso creativo o produttivo, un pubblico lo può avere. Eccome.
Il pubblico è sempre molto meglio di come viene "interpretato" e "letto". La gente che un film davvero lo va a vedere, che il film lo apprezza o lo critica col cuore, che del film poi parla e riferisce, è sempre molto più avanti, attenta, affamata di novità e curiosa, profonda e colta di come si crede (o si voglia far credere).

Tutto questo affetto ha infuso nuova fiducia nel lavoro delle persone che da sempre sono vicine a questo progetto “diverso per definizione”, volontariamente indipendente, di ricerca e intrattenimento, a cavallo tra i generi, certamente cosa non comune in Italia. Ed ha ovviamente alzato il livello della sfida. Ci si è tutti trovati coinvolti nell'"inventarsi" una strategia nuova, vincente (ancora una volta non "standard"), per comunicare il film nel migliore dei modi.

Ora, la sala si avvicina, ci sono diverse società davvero serie interessate ad Aspettando il Sole, società che sono rimaste impressionate dalla “qualità artistica e tecnica del lavoro” (sono parole loro, che nei giorni di tempesta estiva ci hanno molto aiutato, così come ci ha aiutato lo straordinario affetto del cast tutto, sempre pronto ad esporsi in prima persona per parlare di questo progetto, l'affetto dei primi critici che lo hanno visto e ne hanno scritto bene - ecco alcuni link di recensioni on line, da aggiungere al Corriere della Sera, a Vanity, al Messaggero, al tempo, ecc:
http://www.movieplayer.it/articoli/04959/gli-anni-80-secondo-ago-panini
http://www.alcinema.org/rubriche/festival_di_roma/aspettando_il_sole:_singolari_personaggi_in_un_hotel_2785
http://cineuropa.org/newsdetail.aspx?lang=it&documentID=87420
http://www.aol.it/cinema/story/Aspettando-il-sole/6600934/index.jhtml
http://iltempo.ilsole24ore.com/spettacoli/2008/10/26/943941-aspettando_sole_freak_giovani_spostati.shtml


Un sentito ringraziamento personale va a Marco Ledda, Cecilia Mazzà, Alexia Gamba e Mario viscardi e tutto il team di PianoB, e MaRiMo, per la loro attenta, precisa e amorosa collaborazione.

Quando il "Sole" sorgerà sarà per noi che lo abbiamo seguito, la fine di un lungo, appassionante, a volte difficile e doloroso percorso che certo ci avrà messi alla prova, un percorso che abbiamo amato (e stiamo ancora amando), metro dopo metro. Ma la straordinaria performance del 25 ci ha davvero fatto sentire l'affetto del pubblico.

Ora il film parte per altri tre festival,
Cinéma Miracolo-Festival du film italien dal 13 al 16 di Novembre, a Parigi
Rencontres du Cinéma Italien de Grenoble, dal 21 al 24 Novembre, a Grenoble
39th International Film Festival of India, dal 26 Novembre al 2 Dicembre, a Goa

Nei prossimi post altre foto, altri link.
E se ne avete di vostre, del pubblico, inviatele a info@aspettandoilsole.it

domenica 26 ottobre 2008

1380 persone in sala, 800 fuori: Aspettando il Sole.

E' finita poche ore fa la festa per l'anteprima di Aspettando il Sole, che ha chiuso una giornata straordinaria.

In mattinata il film è stato accolto con entusiasmo dai trecento studenti delle scuole di comunicazione, accorsi all'intontro con gli attori al cinema Farnese Persol, coordinato da Claudio Masenza.

La giornata è proseguita con l'affollato incontro stampa e tv dove alcuni attori (nel link di Repubblica, qui riportato, le dichiarazioni di Claudia Gerini, Michele Venitucci, Gabriel Garko, Claudio Santamaria: http://trovacinema.repubblica.it/multimedia/roma/Studenti-al-Festival:-s--o-no/3423326/1/1?speciale=roma2008) hanno rilasciato attestati di solidarietà e supporto alla protesta degli studenti e all"invasione pacifica" del Festival del Cinema.





Acco alcune foto di Claudio Santamaria, Thomas Trabacchi, Corrado Fortuna, Michele Venitucci e Ago Panini in arrivo alla conferenza stampa (in motorino, prima del nubifragio che bagnerà tutta roma verso le sei e mezza).





E poi, dopo il tappeto rosso delle 23.30 (in ritardo a causa della pioggia, di Viggo Mortensen e, meno male, di due milioni di cittadini che manifestavano nel pomeriggio), la sala Lotto, gremita all'inverosimile (capienza legale 1380 posti ma c'era gente in piedi) non riesce a ospitare tutta la folla accorsa. Più di ottocento persone restano fuori. Sonia Vassini, una ragazza che non è riuscita a entrare, intervistata, dice "Ho chiesto alla biglietteria del festival dove fosse la proiezione di Aspettando il Sole, e loro hanno detto, vai a casa, c'è già tutta Roma...". Sonia è poi entrata alla festa.

La proiezione è stata introdotta da Ago Panini che ha chiamato sul palco i suoi "quindici coautori", di cui tredici presenti. Mancavano solo (impegnati a teatro e sul set) Bebo Storti e Raoul Bova.

L'applauso, prolungato, liberatorio, gioioso e spontaneo ha salutato i titoli di coda del film.

La festa si è trasferita poi al ristorante CasaTua, e forse sta ancora proseguendo, Aspettando il Sole, da qualche parte in città.

Nei prossimi post, filmati, foto, interviste e altro dalla serata.

Un ringraziamento a tutti quelli che sono venuti, e un a presto, a tutti quelli che verranno.