giovedì 3 maggio 2007

Il Cast (nove su sedici)!












Ecco i (nove su sedici) nomi ufficiali del cast di Aspettando il sole. Per questioni pratiche il cast è in rigoroso ordine alfabetico:

Sergio Albelli
Raoul Bova
Giuseppe Cederna
Massimo De Lorenzo
Gabriel Garko
Claudia Gerini
Guido Morozzi
Thomas Trabacchi
Michele Venitucci

I sette mancanti (di cui mancano cioè le conferme) saranno presentati la settimana prossima.
L'avventura prosegue.

Bozzetti e storyboard






Luca Merlini sta lavorando ai bozzetti per rendere la location prescelta adatta ad ospitare le storie di Aspettando il Sole, mentre Ago Panini sta lavorando agli storyboard (che l'equipe chiama simpaticamente Macchie di Rorschach, come le macchie in cui ciascuno vede ciò che vuole, durante l'analisi freudiana) delle sequenze più complesse.

martedì 1 maggio 2007

Ruoli inaspettati.








Durante una (chissà se mai veramente avvenuta) conversazione tra Ed Wood e Orson Welles (messa in scena in Ed Wood di Tim Burton), il grande regista si lamentava di dover utilizzare Charlton Heston nel suo prossimo film, per fare il messicano. Il film era Touch of Evil (L'infernale Quinlan, in Italia) del 1958, uno dei massimi capolavori di Welles, forse anche per quel personaggio così "fuori ruolo".
L'utilizzo di attori fuori dal loro ruolo canonico ha (quasi) sempre portato risultati interessanti. Sostanzialmente perché il pubblico perde i suoi riferimenti. Quando nel 1943 Alfred Hitchcock utilizzò per il suo Shadow of a doubt (l'ombra del dubbio, in Italia) Joseph Cotten che era la personificazione dell'eroe positivo, intellettuale, di sani principi (basti pensare al belissimo ruolo, decisamente positivo, di poco precedente in Citizen Kane - Quarto potere, 1943) spiazzò la platea, che non sapeva come comportarsi di fronte a quel cattivo con il viso da buono. Così come tanti anni dopo Sergio Leone fece di Henry Fonda, uno dei massimi "buoni" del cinema americano, il crudele, quasi mefistofelico Frank di C'era una volta il West (1968), creando la figura di un "villain" dagli occhi chiari, un villain così simile all'eroe di centinaia di altre storie, da fare paura il doppio.
Di recente Robin Williams in One Hour Photo (2002) di Mark Romanek, ha fatto paura, con il suo viso da buono, e Tom Hanks ha spiazzato tutti, quando con efferatezza compiva le sue missioni in Road to Perdition (Era mio padre, in Italia), sempre nel 2002. Anche il cinema italiano ha diverse volte utilizzato l'espediente (uno tra tutti: il ruolo di Abatantuono in Regalo di Natale - 1986 - di Pupi Avati). Ma la lista è lunga e passa certamente anche per il Bogart di Desperate Hours (in Italia Ore disperate, di William Wyler, 1955), e Missing (1982), di Costa Gavras, in cui il "comico" Jack Lemmon, si cala con rara maestria nel ruolo dell'uomo qualunque, a cui, davvero, la voglia di ridere è passata da tempo.

La platea tende ad accomunare visi a ruoli. Non a caso infatti gli attori si dicono spesso "vittima" di alcuni loro personaggi (Connery con Bond, giusto per citane uno). E questo crea aspettative nella platea che nel novanta per cento dei casi vengono corrisposte. Utilizzare un attore "fuori ruolo" (e non fuori parte, attenzione) toglie alla platea diverse certezze, rendendole inevitabile un ruolo decisamente più attivo nella fruizione del film, cercando davvero di capire cosa succede. Un attore fuori dal suo ruolo canonico è come un attore all'esordio. Spogliato dell'abito tradizionale, l'attore torna ad essere "per la prima volta sullo schermo". Non si sa cosa aspettarsi da lui. E così si è costretti a lasciare a casa preconcetti e pre giudizi (nel senso letterale della parola: giudizi a priori).

Aspettando il Sole propone una nutrita rappresentanza dei migliori attori italiani, tutti (o quasi) in ruoli inaspettati, o per lo meno, non comuni, o classici.
I nomi, da domani.

lunedì 30 aprile 2007

Costumi.



I personaggi di Aspettando il Sole cominciano a prendere forma. E ad avere degli abiti. Roberto Chiocchi (nella foto, con un clamoroso paio di occhiali da sole di Tom Ford) ha presentato oggi ad Ago Panini le prime idee relative ai costumi. La cosa si è rilevata un appassionante viaggio in quell'epoca non troppo ben definita che non è ieri, ma nemmeno "tanto tempo fa". Una via di mezzo, dai contorni sfocati, tra l'oggi e l'altroieri, sufficientemente distante dall'attualità per recuperare il fascino dei racconti che furono.
Ecco alcune immagini in anteprima tratte dalle tavole di lavoro di Roberto Chiocchi.

domenica 29 aprile 2007

Direttamente da Torino!


Ecco una rara immagine che ritrae i due sceneggiatori (a fuoco, in maglia rossa) Enrico Remmert, (fuori fuoco con flash addosso) Gero Giglio, al lavoro (dopo un'attento studio sulle lattine di birra, evidentemente) sulle modifiche derivanti dai vari Mise en Bouche (vedi post: Mise en bouche) con gli attori. Impresa ardua ma fondamentale, quella di Giglio&Remmert, che da Torino, cercano di far quadrare i tempi di una sceneggiatura che si comporta sempre di più come cosa viva e mutevole, perdendo il suo aspetto cartaceo, trasformandosi in parole fluide, liquide, notturne.
Il cast cresce, mancano ancora alcune conferme, a causa di incastri complessi, (ma tutti gli attori interpellati hanno risposto con entusiasmo, mettendosi a disposizione del progetto, cercando di trovare i giorni necessari all'interno dei loro moltissimi impegni), e da mercoledì 2 maggio, su questo blog, nuovi nomi, nuovi personaggi, nuovi visi.

Intanto un indizio. Guardate con attenzione il concerto del primo maggio...