lunedì 2 luglio 2007

Giorno trenta, ultimo ciak


Aspettando il Sole è finito. Ventun mila metri di pellicola girati, chissà quanti caffè bevuti, chissà quanti pasti alla mensa cucinati, chissà quanti chilometri percorsi dai ragazzi che portavano gli attori sul set. Chissà quante sigarette fumate da Enea, e quanti panini mangiati dall'Équipe.
Aspettando il Sole, come tutti i film, peraltro, è fatto di ciò che ne ha scandito la nascita, come le contrazioni per un parto, a volte dolorose, altre lievi, e comunque sempre in qualche modo belle da ricordare.
Aspettando il Sole è nato dall'idea di produrre un film in maniera totalmente artigianale. Molti dei componenti dell'Equipe (dalla produzione di laCasa), al regista Ago Panini, al direttore della fotografia a Paolo Caimi, al montatore e regista della seconda unità Antonio di Peppo, non avevano mai fatto cinema. E la produzione "indipendente" (senza cioè, ad esempio contributi statali o prevendite) è stata scelta come modo per rimanere il più liberi possibile. Certamente a discapito di una maggior fatica, è stata privilegiata la libertà creativa e di espressione. E' stato i qualche modo privilegiato il "non dover rendere conto a nessuno", per garantire a tutti (dagli sceneggiatori, agli attori, al regista, alla fotografia, al montaggio) la massima libertà di espressione. In qualche modo è stato scelto di essere "senza rete" per mettersi davvero alla prova. per non poter scaricare "colpe" (nel caso di insuccesso di qualsiasi tipo) su nessuno. L'équipe ha cercato di "inventarsi" una strada e un modo di "fare cinema" che fosse il più fresco possibile. E fin qui c'é arrivata.

Aver finito un film (per lo meno aver finito di girarlo) ti fa sentire un poco più vecchio, perché un sogno, un gran bel sogno, è stato vissuto, un poco più saggio, perché tante difficoltà sono state superate, grazie all'esperienza, al talento, alla volontà, un poco più buono, perché le cose brutte si dimenticano e quelle belle rimangono.

E poi forse, un film è un po' come un figlio. Una volta nato, andrà per la sua strada. Incontrerà persone, vivrà (e subirà) critiche e recensioni. E forse finirà nella videoteca di qualcuno, che ogni tanto la sera, quando fuori piove e fa freddo, avrà magari voglia di vedersi una storia strana, fatta di alberghi e parole, di baci e pistole, di lacrime e albe. Così, premendo il play del suo dvd (o di chissà quale nuova diavoleria si utilizzerà di qui a breve per visionare un lungometraggio da casa), tutte le voci, i ricordi, le battute, i caffè bevuti e le sigarette fumate, torneranno nuovamente (per lo meno per lo spazio della proiezione) a brillare, profumare, vibrare. E tutti quelli che quel film l'hanno fatto, torneranno ad incontrarsi, chissà dove, chissà quando.

Infondo forse l'Uomo ha inventato l'espressione artistica proprio per sopravvivere a se stesso.

Il diario della lavorazione termina qui.
A breve incomincerà sempre su questo blog, quello della postproduzione, che promette anteprime di montaggio, backstage, audio clips, still shots e altro.
E poi incomincerà la promozione, che noi del blog continueremo a monitorare, per segnalare iniziative, anteprime, proiezioni, party e tutto ciò che si organizzerà.

E una volta finito il tutto forse una nuova avventura, chissà, magari su Giulio Cesare a spasso per New York....

domenica 1 luglio 2007

Penultimo giorno










Penultimo giorno di lavoro per l'equipe di Aspettando il Sole. E' il giorno Jolly in cui si sono accatastati tutti i dettagli, che durante le cinque settimane di lavorazione la squadra non ha avuto modo di completare. L'atmosfera è rilassata, quasi come l'ultimo giorno di scuola, ma si comincia comunque presto. Alle sette Lara Rastelli (segretaria di edizione) scartabella tra le sue polaroid per raccordare i dettagli a scene girate molti giorni prima. Si scopre che per un dettaglio occorre ancora la polizia, così Ivan Merlo (assistente di produzione) viene promosso a comparsa scelta. E Mattia Barilli (macchinista) finisce di sistemare una carrucola che serve a far "cadere" la macchina da presa.
Poi entra in scena Nando Sabelli (effetti speciali) con un potente cannone ad aria compressa. Così tutti i presenti sono costretti a proteggersi, nuovamente con i caschi della polizia (riciclati dalla sartoria).
In coda l'ultimo ciak della giornata, affidato a Camille Panini, figlia di Alexia Gamba (produttrice) e Ago Panini (regista), che del set è stata la mascotte (e compare in alcuni ciak sonori con il suo pianto, per la gioia di Sandro Boscolo, fonico di presa diretta).
Così dopo cinque fantastiche settimane, l'equipe di Aspettando il Sole lascia la location principale. Lunedì un campo di grano, il sole, l'alba.

Il film è finito. Sono nate avventure, racconti, aneddoti, si sono rafforzate amicizie e non se n'è sfaldata nessuna, ci si è scoperti migliori, più forti, capaci a volte di cose impensabili. Si è scoperto una sorgente infinita di energia nel lavoro di gruppo.
Ora non rimane che montarlo (anche se i primi venticinque minuti ci sono già...), e seguirne con attenzione lo sviluppo (sempre monitorato da noi del blog), e sonorizzarlo, e stamparlo, e presentarlo. E poi seguirlo con amore quando una volta da solo, in sala, il pubblico farà di questo film ciò che vuole, quando ciascuno ne trarrà le conseguenze che meglio crede, quando ciascuno sarà libero (giustamente) di dirne e farne ciò che vuole, e magari ne parlerà al bar con gli amici, magari citando una battuta, un emozione, un suono.
Per qualche mese il film sarà ancora nostro, poi sarà di dominio pubblico e dovrà (esattamente come un figlio molto amato) cavarsela da solo, e dimostrare il proprio valore, cercando di non sfiguare accanto all'Uomo Ragno che volteggia tra le sale, il ritorno di Bourne, Bruce Willis che smitraglia New York e tutto ciò che allegramente invaderà le sale cinematografiche della prossima primavera.

Nulla potrà però mai cancellare nella memoria delle persone che lo hanno fatto, cinque meravigliose settimane, in cui tutti, nessuno escluso, hanno donato energia, carattere, personalità, forza, ad un film nato sette anni fa, nella cucina di un amica, in Agosto, quando il Sole batteva forte, in Grecia, sull'isola di Symi, affacciata sulla Turchia.

Lunedì sera la festa, perché tutti si possano abbracciare ancora una volta.

A nome di tutti (e di tutti voi che seguite questo blog che è cresciuto fino a superare i tremila contatti), grazie.