domenica 6 maggio 2007

Indipendenza e tecnologia.


Aspettando il Sole è un film “indipendente”. Nel senso letterale del termine: il suo finanziamento infatti non dipende da nessuna istituzione classica nella produzione di un film (come la presenza del ministero, ad esempio, la prevendita, la partecipazione di paesi esteri in coproduzione). Questo rende inevitabilmente il regista e il cast (grazie alla fiducia accordatagli dalla distribuzione, che crede nel progetto) liberi di lavorare e “improvvisare”, modificare scene, rimodellare situazioni, senza la necessità di verifiche, approvazioni, creando un clima da “laboratorio creativo” decisamente stimolante e fertile.

Certo l’indipendenza di cui sopra si basa sulla necessità di contenere i costi. E un grande aiuto per fare ciò deriva dalla “leggerezza” (poca necessità di infrastrutture, costi contenuti, rapidità d’esecuzione, con un conseguente abbattimento dei costi) dell’attuale tecnologia con cui si possono realizzare film. Ad esempio il film sarà girato in 16mm impiegando la nuova meravigliosa ARRI 416. Rispetto però ai film che tradizionalmente venivano girati in 16mm e poi gonfiati (con un procedimento ottico) in 35mm per la sala, tutto il materiale di Aspettando il Sole verrà passato allo scanner ad alta risoluzione, per poter essere poi montato (con final cut pro, su mac) in libertà, quindi corretto nei colori e trasferito su supporto digitale, dal quale verrà infine generato un negativo 35mm ex novo, per le copie. Inoltre grazie ai sistemi di comunicazione via internet come Skype o iChat, l’”ufficio” di produzione si allarga, estendendosi in tempo reale tra Roma (zona del set), Torino (sceneggiatura, costantemente aggiornata) e Milano (preparazione costumi), e tutti i vari set in giro per il mondo in cui il nostro cast è attualmente impegnato. Grazie a Skype sono state fatte “prime letture” della sceneggiatura, con attori in città diverse, e grazie ad una playlist appositamente creata su Youtube, tutto il cast può avere costantemente a disposizione i riferimenti cinematografici presi in considerazione per Aspettando il Sole.

Anche il set sarà molto leggero: la 416 consente infatti di effettuare tutte le riprese a mano, senza la necessità di pesanti macchinari di scena (e quindi consente di contenere nuovamente i costi e di essere liberi di “inventare”, ad un tempo). E l’impianto di illuminazione studiato da Paolo Caimi, sarà quanto mai “in scena”, senza sostanziali necessità di riposizionamento. Questo permetterà quindi di comprimere i tempi di ripresa (anche se richiederà un grande sforzo agli attori, che saranno effettivamente “in scena” praticamente senza pause, per tutto il singolo giorno di ripresa), dalle tradizionali otto settimane, alle cinque di Aspettando il Sole, ancora una volta, limitando i costi.

La straordinaria risposta degli attori ha infuso in questo progetto una fondamentale spinta di entusiasmo. La risposta, sempre positiva, alle condizioni “non standard” proposte, da parte degli agenti di questi attori, anche.
In Italia c’è voglia di fare cinema, energie, e attori che hanno voglia di cimentarsi con sfide.
E finché ci saranno storie da raccontare in film, grazie all’alleggerimento sempre maggiore della tecnologia necessaria, ci sarà gente che le racconterà.